Di Maio-Salvini, altre 24 ore per acchiappare il sì di Silvio

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Ancora 24 ore. Dopo più di due mesi di tira e molla i cosiddetti “vincitori” chiedono ulteriore tempo per cercare di trovare un accordo di governo: per tutta la giornata Di Maio e Salvini hanno “tubato” alla caccia di una soluzione. La proposta di Mattarella di un governo neutrale è stata una scossa probabilmente decisiva nella trattativa tra Lega e M5s.

Lo spauracchio delle urne avrebbe portato (il condizionale è ancora necessario) Berlusconi su posizioni meno intransigenti. L’ex premier, alla luce delle dichiarazioni di esponenti forzisti – in primis Giovanni Toti – potrebbe realmente fare un passo indietro, o forse di lato. L’ultima parola comunque spetterà proprio all’ex Cavaliere che, barricato a Arcore, segue personalmente la trattativa, e probabilmente parlerà nelle prossime ore. E’ lui ad avere il boccino in mano, e il suo sì consentirebbe l’avvio di un governo giallo-verde, con la partecipazione straordinaria – si direbbe nel mondo cinematografico – di Giorgia Meloni.

Preoccupato di un governo delle destre il Pd con Graziano Delrio: “Questo che si profila è il governo delle destre, è evidente. Un pericolo per il Paese, al quale il Pd farà un’opposizione ferma e intelligente”.

I due protagonisti si mandano messaggi a distanza, Di Maio in partenza per la campagna elettorale annuncia: “Noi abbiamo chiesto 24 ore al presidente della Repubblica, ma ora sta al centrodestra, sono loro dinamiche interne. Io continuo con la campagna elettorale, non ho disdetto il biglietto per domani, ho un treno per Parma”. Da parte sua Salvini continua con l’unità del centrodestra: “Ci sono possibilità di fare un governo? Sì, ma non gioco i numeri al lotto, devo parlare ancora con Di Maio e con Berlusconi, e non c’è ancora una risposta definitiva da nessuno”.

Il leader leghista continua a rilanciare sui programmi, ma questa ulteriore appendice sembra proprio il momento buono per decidere sulle poltrone. Per fare un passo di lato l’ex Cavaliere avrà chiesto qualcosa in cambio, e gli stessi protagonisti dovranno decidere come dividersi i posti di ministri, vice e sottosegretari. E poi c’è la questione, non secondaria, del premier.

Chi guiderà l’esecutivo? Il nome più accreditato al momento sembrerebbe quello del numero due leghista Giancarlo Giorgetti, che avrebbe il sì anche di Forza Italia, ma nelle prossime ore molto potrà cambiare. I “vincitori” dopo aver fatto perdere due mesi al Paese riusciranno ad accordarsi? La sensazione è che il matrimonio si faccia, con la benedizione di Berlusconi, ma tutto è in divenire. Un governo populista e antieuropeo: una cosa molto preoccupante per il Paese.

Fonte: Democratica – di Francesco Gerace

del 09 Maggio 2018

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