Lilli Gruber contro Meloni: «Non rinnega il fascismo? Forse teme di perdere consensi. Giambruno l’ha imbarazzata»
La giornalista critica anche la Rai: «I cittadini che pagano il canone meriterebbero uno spettacolo più decorso»
«Ora è presidente del Consiglio, ma ugualmente vive costantemente sulle barricate: in tempi così critici avremmo bisogno di non dividere il Paese in amici e nemici». Questa la critica mossa da Lilli Gruber a Giorgia Meloni, nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera a cura di Aldo Cazzullo. La giornalista ed ex parlamentare rincara la dose: «Sembra le risulti difficile togliersi l’abito della comiziante d’opposizione per mettersi quello istituzionale di premier», e illustra la sua visione a poco meno di un anno dall’insediamento del governo di centrodestra. Secondo Gruber, su Nato e conti pubblici, l’esecutivo «ha le mani legate, e quindi si muove in continuità con i precedenti governi, come in sostanza anche nei rapporti con l’Europa. Siamo lontani dalla propaganda sovranista di quando stava all’opposizione. Sul fronte interno invece cavalca i temi identitari di una destra reazionaria».
Sui vari casi in cui la premier avrebbe potuto prendere le distanze dal fascismo ma non l’ha fatto, come il 25 aprile e nelle commemorazioni della strage di Bologna, Gruber è netta: «Forse teme di perdere consensi o di rinnegare la sua storia di militanza nel Movimento sociale, un partito apertamente neofascista». «Il pericolo – continua – è che questi rigurgiti vengano legittimati da alcuni esponenti della maggioranza. La destra sta conducendo una legittima battaglia culturale contro quella che definisce “l’egemonia” della sinistra. Il rischio è che si finisca per dare dignità a pulsioni retrive, xenofobe e antidemocratiche che la nostra Repubblica finora è riuscita a tenere ai margini».
«Giambruno? Meloni doveva dirgli di non commentare»
Altre critiche sono piovute su Meloni a causa delle esternazioni del suo compagno, il volto di Rete 4 Andrea Giambruno. Il giornalista ha fatto commentiparticolarmente controversi (che Gruber aveva definito intollerabili) nei confronti degli stupri avvenuti questa estate, che sono stati riformulati dalla leader di FdI. «La politica è anche capacità di prevenire i problemi. Giorgia Meloni doveva avvertire il suo compagno di evitare commenti inutili che l’avrebbero messa inevitabilmente in imbarazzo, vista la rilevanza del suo nuovo ruolo istituzionale», dice Gruber. «Non è una questione di libertà di stampa, come ha detto la Meloni, ma di gestione del potere politico, in tutti gli ambiti. Compreso quello familiare e personale. Una necessità, quando si è sotto i riflettori in permanenza», aggiunge la giornalista.
«La Rai è irriformabile»
Infine Gruber commenta i recenti stravolgimenti in Rai, a partire dall’addio di Fabio Fazio, Lucia Annunziata, Massimo Gramellini e Bianca Berlinguer. «Oggi abbiamo di nuovo il governo che – grazie a Renzi – controlla la Rai. Comunque, molti di questi volti saranno in onda anche questa stagione: sarà il pubblico a dare il suo verdetto. In generale, continua Gruber, «la Rai è irriformabile e la politica insaziabile. E leggo che Giorgia Meloni avrebbe stretto un patto con Marina Berlusconi per tutelare le aziende di famiglia. I cittadini che pagano il canone meriterebbero uno spettacolo più decoroso. E finalmente una legge sul conflitto di interessi».
Fonte: OPEN