L’italiano “architetto di Putin” latitante a Mosca: «Trattato come un terrorista. Non torno in Italia»
Lanfranco Cirillo – che si autodefinisce “l’architetto di Putin” – ha un mandato d’arresto della procura di Brescia per diversi reati fiscali, dal riciclaggio al contrabbando
Lanfranco Cirillo, autodefinitosi «l’architetto di Putin» e indagato dalla procura di Brescia per una serie di reati fiscali, non ha alcuna intenzione di tornare in Italia. «La Russia è la mia casa. Qui ho il mio lavoro, i miei interessi e le mie principali relazioni. Al momento non ho motivo, e neppure desiderio, di rientrare in Italia, visto il trattamento che mi è stato riservato» ha dichiarato oggi, 5 gennaio, parlando in merito al mandato d’arrestoche pende a suo carico. «Mi è stato detto che non avrei neppure la possibilità di prendere un aereo per venire in Italia, perché è stato diffuso un mandato Interpol nei miei confronti, addirittura una red notice (metodo che usa l’Interpol per richiedere di localizzare, arrestare o estradare un criminale o sospetto tale, ndr), normalmente riservata a terroristi e narcotrafficanti», ha spiegato l’architetto di Putin.
«Su di me un trattamento speciale… Solo perché sono architetto?»
A suo dire, è profondamente ingiusta la misura di un mandato Interpol perché le autorità italiane sanno che si trova a Mosca e in quale indirizzo. Si chiede, infatti, come mai non venga chiesta la sua estradizione in Italia «attraverso l’ordinaria procedura prevista dalla legge, che consentirebbe di conoscere quali sono le contestazioni che mi riguardano e i documenti su cui si fonderebbero», evidenzia. Un trattamento quello dell’Italia che Cirillo trova scorretto e definisce stranamente «speciale». «Lo trovo molto strano e non capisco, ma sarà perché sono un architetto e non un avvocato», conclude.
Chi è Lanfranco Cirillo e perché è indagato
Lanfranco Cirillo è un imprenditore 63enne di origini trevigiane che gode della cittadinanza russa. Si è autodefinito «l’architetto di Putin» perché ha lavorato per il presidente russo e per diversi oligarchi. Ad esempio, ha lavorato nella progettazione di un’enorme villa sul Mar Nero del presidente russo e con il suo studio a Mosca avrebbe realizzato oltre 40 ville per più magnati. Ad agosto la procura di Brescia ha disposto un sequestro preventivo di 141 milioni di euro per più reati. Da una dichiarazione dei redditi poco trasparente, al riciclaggio e all’autoriciclaggio. Oltre al contrabbando, al trasferimento fraudolento di valori e alla violazione del codice di tutela dei beni culturali. Per questi motivi, le Fiamme Gialle gli hanno sequestrato vari immobili, terreni e conti correnti. Tutto ha, però, inizio molto tempo prima: quando già a febbraio dello scorso anno fecero a Cirillo la prima perquisizione in casa. Nei giorni scorsi è arrivata la notizia che il processo a suo carico in Italia prenderà il via il prossimo 23 febbraio. Dal canto suo, l’architetto di Putin si è sempre dichiarato innocente sostenendo di essere vittima di «accanimento e persecuzione». Al momento del sequestro dei beni dichiarò: «La mia prima colpa è di aver vissuto in Russia e di aver lavorato e costruito per gli oligarchi. Altra colpa aver portato il frutto del mio lavoro in Italia…».
Fonte: OPEN