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Renzi e il voto a La Russa al Senato: “Non siamo stati noi”. E Calenda si scaglia contro Letta

“Non siamo stati noi, lo avrei rivendicato con orgoglio. Noi nove abbiamo votato scheda bianca. È chiaro che c’è un regolamento di conti intorno al centrodestra”. Lo dichiara il leader di Iv Matteo Renzi commentando l’elezione di Ignazio La Russa presidente del Senato.

“C’è la manina di Renzi, all’insaputa di Calenda”. “Avrà aiutato Casini?”. “Sono stati quelli del Pd”. “No, i 5 Stelle”.  Tutti naturalmente negano. Il principale indiziato, Renzi, arriva nella Sala Garibaldi proprio per smarcarsi: “Fossi stato io – dice – lo avrei rivendicato”. Si smarca seccamente anche Calenda. Lo stesso fa il Pd, che punta il dito sui contiani. E i grillini ricambiano l’accusa.

I numeri del pallottoliere sono chiari: la destra poteva contare su 115 voti. FI ha 18 senatori ma solo 2, Berlusconi e Casellati, hanno ritirato la scheda. E i più, dopo il vaffa plateale rifilato a La Russa, nutrono dubbi sul voto del Cavaliere. La Russa ha totalizzato in tutto 116 preferenze. Vanno tolti 16/17 voti azzurri, dunque, e 2 voti per Calderoli, arrivati presumibilmente dalla Lega. La destra da sola dunque avrebbe racimolato 97/98 voti. Gli altri 18/19 sono arrivati di sicuro dal soccorso dell’opposizione.

Calenda si scaglia contro Letta: il tweet

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