La senatrice di +Europa: «Avevo molta fiducia, ma Carlo ci ha chiuso e sbattuto la porta in faccia». E sulla questione simbolo e firme pizzica il leader di Azione: «Spero si siano informati loro»
Emma Bonino è «incredula» per la decisione di Carlo Calenda di strappare l’accordo politico con il Partito Democratico e la coalizione di centrosinistra in vista delle elezioni del 25 settembre. La senatrice di +Europa, ospite di Marianna Aprile e Luca Telese a In Onda, ha commentato la scelta del leader di Azione: «La serietà è tenere fede alla parola data». Bonino ha tentato di ricostruire quanto accaduto negli ultimi giorni: «Quattro giorni fa, quattro non quaranta, il Partito Democratico, Calenda, +Europa siglano un accordo politico. Peraltro, per ironia della sorte la bozza è scritta da Calenda: benissimo, bravi tutti, applausi». E però, prosegue Bonino «dal giovedì comincio a sentire rumori su Calenda che “Non regge i suoi”, e arriviamo a ieri con il segretario del mio partito, Benedetto Della Vedova, che ha la pazienza di un santo, che ancora prova a parlare con Calenda, che però dice: “È inutile che ci vediamo, è una perdita di tempo”».
La decisione verrà comunque discussa domani durante la direzione di partito, durante la quale «parleremo – spiega Bonino -, ma a oggi la situazione è che Calenda ha chiuso e sbattuto la porta in faccia». E le parole della senatrice non sembrano lasciare spazio a possibili ricuciture con il leader di Azione, che viene anzi pizzicato sulla questione del simbolo e della raccolta firme che dovrà raccogliere per poter partecipare alle elezioni. Una strada da percorre a meno che Calenda non entri in coalizione con Matteo Renzi, creando così il Terzo polo, e risparmiandosi anche la raccolta delle firme. Ma Bonino, su questo aspetto, conclude tranchant: «Non so se devono raccogliere le firme, spero si siano informati loro».
Fonte: OPEN