Il dramma di Kirill, ucciso a 18 mesi dai bombardamenti di Mariupol

Le foto di Marina e Fedor Yatsko con in braccio il loro figlio ucciso dalle bombe commuovono e testimoniano le “devastanti sofferenze” della popolazione di Mariupol, con il conflitto che cancella la tregua e la possibilità di fuggire

Un uomo corre dentro un ospedale con un piccolo fagotto insanguinato tra le braccia, dietro di lui una giovane donna con il volto devastato quasi lo insegue. Marina Fedor Yatsko sono i genitori del piccolo Kirill, avvolto in una copertina azzurra, che tentano disperatamente di salvare il loro bambino di 18 mesi, vittima dei bombardamenti russi sulla zona di Mariupol, nel sudest dell’Ucraina. Ma in un ospedale senza più corrente elettrica, dove le visite si fanno alla luce dei cellulari, i medici restano impotenti e per Kirill non c’è più niente da fare.

Le immagini strazianti dei giovanissimi genitori disperati, l’una nelle braccia dell’altro, immortalate dall’Ap sono diventate in Ucraina e sui media internazionali uno dei simboli della tragica sofferenza dei civili nel Paese sottoposto ai bombardamenti russi.

Le foto stanno facendo il giro della rete nel secondo giorno consecutivo in cui i corridoi umanitari per permettere ai civili di fuggire sono interrotti dai bombardamenti, russi secondo gli ucraini ed ucraini secondo i russi. Perché ogni cosa in questa guerra tra Russia e Ucraina, anche l’attacco contro i civili, diventa un’occasione per lo scambio di accuse tra le parti in conflitto.

Secondo Eduard Basurin, portavoce della milizia separatista della Repubblica popolare di Donetsk, sono i nazionalisti ucraini del Battaglione Azov ad aver sparato contro una colonna di civili evacuati da Mariupol. “Oggi, mentre cercavano di lasciare la città di Mariupol lungo il corridoio umanitario sull’autostrada M23 in direzione di Novoazovsk, i militanti ucraini del Battaglione nazionalista Azov hanno sparato su una colonna di civili”, ha detto Basurin ai giornalisti. Per gli ucraini sono invece i russi ad aver impedito con i bombardamenti l’evacuazione dei civili.

A sottolineare il dramma delle città sul fronte della guerra (come Mariupol) sono le parole della Croce Rossa Internazionale. Nel mezzo di scene devastanti di sofferenza umana a Marioupol, il secondo tentativo oggi di cominciare l’evacuazione di 200mila persone della città è stato interrotto”.

Fonte: la repubblica

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