L’attrice alle soglie dei 100 anni si racconta al Corriere: “Il mio giorno più brutto fu quando mio padre lesse sul giornale la notizia delle leggi razziali e pianse”
“Papà era ebreo. Ricordo quando lesse sul giornale la notizia delle leggi razziali e pianse. Fu il momento più brutto della mia vita”. Franca Valeri, 100 anni il prossimo 31 luglio, apre il cassetto dei ricordi in una lunga intervista al Corriere della Sera.
Ricorda quel giorno di fine aprile 1945 quando andò a guardare i cadaveri del Duce e di Claretta Petacci appesi a testa in giù a piazzale Loreto. “Mia mamma era disperata a sapermi in giro da sola. In quei giorni a Milano si sparava ancora per strada. Ma io volevo vedere se il Duce era morto davvero. E vuol sapere se ho provato pietà? No. Nessuna pietà. Ora è comodo giudicare a distanza. Bisogna averle vissute, le cose. E noi avevamo sofferto troppo”.
Ricorda quel che avvenne dopo il fascismo. “Per me la giovinezza incominciò il 25 aprile: una giovinezza tardiva. Ma è stata bella. In quell’Italia tutto pareva possibile”.
Fonte: Huffingtonpost