“Vi raccontiamo l’assurda discriminazione che subiscono i nostri figli” #LaMensaDellaVergogna

Mentre è sempre più acceso il dibattito sul Decreto Immigrazione e Sicurezza, a Lodi, in Lombardia, il Nuovo Regolamento per Prestazioni Sociali Agevolate prevede che, per richiedere l’accesso ai servizi scolastici le persone senza cittadinanza italiana devono presentare documenti aggiuntivi rispetto a quelli previsti dalla legge.

Una decisione giustificata dall’Assessora della Lega Nord promotrice del Regolamento, Sueellen Belloni, come: “un gesto politico, dovuto a chi ci ha votato e a cui abbiamo assicurato ‘prima gli italiani’”.

Il regolamento limita l’accesso a tutti i servizi sociali. Per le famiglie di Lodi in arrivo più spese e meno servizi

Il regolamento è stato approvato il 4 ottobre 2017 e prevede che, per ricevere l’accesso alle prestazioni sociali agevolate, riguardanti non solo la scuola, ma tutti i servizi sociali, i cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea devono produrre una certificazione rilasciata dalla competente autorità dello Stato estero – corredata di traduzione in italiano – sulle proprietà e la composizione del nucleo familiare nel paese di origine.

La specifica non si applica ai rifugiati politici e ai cittadini di Afghanistan, Libia, Siria e Yemen, paesi che il Comune di Lodi ha escluso sulla base della cosiddetta Cargo Watch List che valuta il rischio del transito di merci e persone tra un Paese e l’altro. Sono inoltre esclusi anche tutti i cittadini italiani per cui è sufficiente presentare l’Isee.

Per questa ragione, il regolamento è valso all’Amministrazione Comunale di Lodi, guidata dalla Sindaca Sara Casanova della Lega Nord Salvini, una segnalazione all’UNAR, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, una denuncia per discriminazione che in questi giorni è in esame presso il Tribunale di Milano e un’interrogazione parlamentare depositata il 27 settembre scorso dagli onorevoli Guerini, Fragomeli e Ascani.

Al provvedimento viene contestata inoltre la violazione dell’articolo 3 della Costituzione Italiana ed è per questo stato definito “atto discriminatorio”. In sole due settimane molte sono state le manifestazioni organizzate dalle associazioni locali, a cui hanno aderito più di un migliaio di persone.

E per cercare di dare una soluzione immediata alle difficoltà generate dall’applicazione del regolamento, si è costituito spontaneamente un Comitato di cittadini, metà italiani, metà stranieri, chiamato Coordinamento Uguali Doveri, che sta raccogliendo fondi per permettere ai bambini, almeno, di pranzare in mensa tutti insieme.

Cosa succede se un genitore, che non ha la cittadinanza italiana, non riesce a produrre i documenti?

I documenti aggiuntivi richiesti sono nella maggior parte dei casi impossibili da recuperare. Secondo i dati ufficiali forniti dal Comune, infatti, a oggi sono state accettate solo 5 delle 259 domande di accesso alle agevolazioni presentate agli sportelli.

Fonte: http://www.tpi.it – di Vera Prada

del 13 Ottobre 2018

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