Decreto Dignità, Renzi: “Noi siamo partiti con 80 euro in più, loro con 80mila posti di lavoro in meno”

L’approvazione definitiva del Decreto Dignità da parte del Senato vede da una parte l’esultanza degli esponenti del MoVimento 5 Stelle e dall’altra le critiche del Partito Democratico. E all’attacco della maggioranza va il suo ex segretario, Matteo Renzi, con un post su Twitter e Facebook. Renzi fa un parallelo tra i suoi primi mesi di governo e il primo vero provvedimento dell’attuale esecutivo: “Noi siamo partiti con gli 80 euro in più, loro con 80mila posti di lavori in meno”. “Approvato il decreto disoccupazione – esordisce Renzi -. Grazie alle ‘geniali’ intuizioni del ministro Di Maio perderemo 80.000 posti di lavori. Fonte: relazione tecnica del governo. Praticamente un’autocertificazione”.

L’ex presidente del Consiglio ribadisce il messaggio anche su Facebook: “Oggi la maggioranza grillo-leghista ha approvato il Decreto Di Maio. Lo chiamano ‘Decreto dignità’ ma il vero nome è ‘Decreto DISOCCUPAZIONE’. Nella relazione tecnica loro, proprio loro, ammettono che con queste norme avremo 80.000 disoccupati in più. A me sembra incredibile: come primo atto ogni governo sceglie un provvedimento simbolico. Noi abbiamo cercato di mettere più soldi nelle tasche del ceto medio con gli 80 euro a dieci milioni di italiani. Loro invece partono con i licenziamenti. E tutto per permettere a Di Maio di mettere una bandierina, per una battaglia di visibilità. Questo è davvero il governo del cambiamento: il ministro del Lavoro da oggi è il ministro della disoccupazione”.
All’attacco va anche l’ex ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli: “Altro che dignità, il decreto che oggi il Senato ha approvato è un decreto contro le lavoratrici e i lavoratori, con una serie di misure spot ad uso e consumo della comunicazione. Noi lo abbiamo chiamato ‘decreto disoccupazione’ perché, pur di contraddire in qualche modo il Jobs Act, rende più difficile per le aziende assumere, soprattutto i giovani e soprattutto nel Mezzogiorno. I posti di lavoro a tempo indeterminato non si creano ingessando i contratti, ma con incentivi e politiche del lavoro, industriali ed economiche, delle quali non c’è l’ombra. Nella scuola, poi, il decreto darà luogo ad una serie infinita di contenziosi con un danno per lo Stato di centinaia di milioni di euro. Continua la propaganda del governo. Ma di dignitoso per le lavoratrici questo decreto ha solo il titolo, inventato ad arte, cui non corrispondono contenuti”.

Il segretario del Pd, Maurizio Martina, scrive su Twitter: “Imprese che non assumeranno, lavoratori che rischieranno la disoccupazione, precari che rimarranno tali. Investimenti a rischio. Gli effetti della legge disoccupazione del governo andranno presto oltre la loro sete di propaganda”. Critico anche l’esponente di Liberi e Uguali, Roberto Speranza, che risponde a Di Maio e al suo post su Twitter: “Il ministro del lavoro dopo l’approvazione del Decreto Dignità dice cittadini 1 sistema 0. Non è così. Caro Di Maio, oggi tornano i voucher, domani arriverà la flat tax. E il sistema festeggia perché vince 2 a 0 contro i lavoratori”.

Fonte: Fanpage.it

del  7 AGOSTO 2018 – di Stefano Rizzuti

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