Dopo 70 giorni di nulla, ancora nulla. Di Maio e Salvini chiedono tempo, ma ancora divergenze forti

Il capitolo Governo sembra ancora lontano dall’essere chiuso. Al termine del colloquio con il capo dello Stato, Luigi Di Maio ha detto che il M5s è sì consapevole delle scadenze internazionali, ma chiede comunque “qualche altro giorno”. 70 giorni, evidentemente, non sono bastati.

“Abbiamo rappresentato al presidente della Repubblica l’esigenza di qualche altro giorno – spiega il leader dei Cinque Stelle – per poter chiudere la discussione sui temi. Un percorso di cui siamo molto contenti perché fa partire la Terza Repubblica in cui i cittadini fanno un passo avanti e i politici un passo indietro”.

Nonostante l’ottimismo profuso dalle parole di Di Maio ci sono ancora delle difficoltà da superare. Stando a quanto detto poco dopo da Matteo Salvini, infatti, sembra che su alcuni temi – tra cui migranti, giustizia e sicurezza – stia proseguendo il braccio di ferro tra i due schieramenti e nessuno dei due sembra disposto a cedere su alcune questioni considerate cruciali. Unico punto unanime sembra essere invece la revisione della legge Fornero, citata da entrambi i leader al termine delle consultazioni.

La questione migranti

Dopo il colloquio avuto con Mattarella, Salvini ha sottolineato le distanze che ancora permangono sul tema dei migranti. “Se io vado al governo – ha detto – voglio fare quel che ho promesso di fare su cui gli italiani mi han votato, sulla Fornero, evitare l’aumento dell’Iva, ridurre le accise sulla benzina, sull’immigrazione su cui Lega e M5s partono da notevole distanza: nel rispetto dei diritti umani e dei trattati mi rifiuto di pensare all’ennesima estate e autunno del business dell’immigrazione clandestina in saldo. Se andiamo al governo vogliamo mano libera per tutelare sicurezza italiani, anche con la legge legittima difesa”.

Un programma per cinque anni

Salvini ha parlato di “sforzo enorme”. Probabilmente si riferisce ai numerevoli ostacoli che i due partiti stanno cercando di superare pur di far quadrare i conti. Per ora non c’è ancora il nome del premier, anche se diversi nomi sono circolati in queste ore, e stando alle parole del leader leghista ci vorrà ancora un po’ per arrivare ad una figura condivisa. Eppure, poco prima, Di Maio era sembrato più ottimista e aveva giustificato la richiesta di nuovo tempo con la necessità di scrivere “il programma di Governo per cinque anni”. Quasi a confermare la volontà di dare vita ad un’intesa di ferro e di lunga durata.

Più freddo è sembrato Salvini che si è congedato dai giornalisti così: “Se riusciamo a trovare un accordo siamo le persone più contente del mondo, non siamo per un accordo un tanto al chilo. Spero che ci si riveda presto o perché ci siamo riusciti o per salutarci”.

Un contratto da votare

Un altro passaggio rilevante dell’intervento di Di Maio è quello che fa riferimento al vaglio del futuro contratto di governo da parte degli iscritti del Movimento. “Il contratto di governo, sul modello tedesco, mette dentro i punti programmatici delle due forze – spiega Di Maio – Noi lo sottoporremo ai nostri iscritti con un voto online che sarà chiamato a decidere se far partire questo governo con questo contratto oppure no”.
“Sono molto orgoglioso delle interlocuzioni e soddisfatti del clima che si respira, – dice ai giornalisti – ma soprattutto dei punti che si stanno portando a casa su temi come la legge Fornero, la lotta agli sprechi, la lotta alla corruzione, il carcere per chi evade, il fisco”.

Dalla commedia alla farsa

L’ennesimo rinvio sembra celare una tensione tra i due partiti ben più aspra di quanto i due non vogliano lasciar trapelare. Secondo il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci “Siamo passati dalla commedia sul governo del cambiamento, alla farsa del continuo rinvio”. Probabilmente, spiega, per “uno scontro senza precedenti sul nome del candidato premier e sulle poltrone”. Finora, secondo Marcucci, abbiamo assistito a “trattative segrete, una girandola di nomi bruciati, sgarbi istituzionali ripetuti, insomma uno spettacolo inguardabile”. “Se queste sono le premesse Di Di Maio e Salvini, – conclude – ci aspetta un contratto imbarazzante”.

Le dichiarazioni alla stampa di Luigi Di Maio

Le dichiarazioni alla stampa di Matteo Salvini

Fonte: Democratica. com

del 14 Maggio 2018

 

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