Il governo giallo-verde fa paura

C’è scetticismo in Europa per la possibile formazione di un governo ‘giallo-verde’ e l’attenzione degli investitori internazionali cominciano inevitabilmente a convergere sul nostro Paese. Oggi Piazza affari ha sofferto molto più delle altre Borse europee chiudendo con un ribasso di circa un punto percentuale. Anche lo spread è peggiorato, salendo a quota 137 punti, indice di qualcosa che comincia davvero a preoccupare.
Per il momento si tratta soprattutto di prese di beneficio visto che l’indice italiano ha corso molto nelle ultime settimane. Ma all’orizzonte sembrano addensarsi nubi ben più consistenti, e soprattutto preoccupanti se si pensa che prima o poi Mario Draghi chiuderà il suo (finora) salvifico ombrello del Quantitative easing.
A quel punto però gli investitori potrebbero realmente cominciare a disfarsi dei nostri titoli di Stato e vendere a piene mani le azioni delle società quotate a Piazza Affari. E se lo facessero, purtroppo, non sarebbe solo per pura speculazione, ma per rincorrere piuttosto la logica che muove le scelte del mondo finanziario: perché puntare su un Paese che rischia di sbandare sforando i conti pubblici o addirittura di schiantarsi contro un muro uscendo dall’Euro?
I timori per un accordo tra Lega e M5s non sono pochi, soprattutto sul fronte economico. Mentre Bankitalia lancia l’allarme sulla sostenibilità del nostro debito pubblico, suggerendo al governo che verrà di proseguire sulla strada del risanamento dei conti, in qualche stanza di Montecitorio Salvini e Di Maio ragionano su un programma di governo che rischia realmente di mettere in difficoltà i bilanci pubblici. Il primo spauracchio temuto dagli osservatori è il duetto “reddito di cittadinanza – flat tax”, i due cavalli di battaglia di Lega e M5s, che secondo tutti gli economisti costerebbero alle casse dello Stato oltre 80 miliardi di euro.
Per non parlare del nodo relativo alle pensioni. Anche qui, mentre il Fondo Monetario internazionale e l’Unione europea parlano di un sistema a rischio nei prossimi anni senza un intervento correttivo, l’ipotetico governo giallo-verde pensa all’abolizione della riforma Fornero portando l’Italia sempre più lontana dalla sostenibilità dei conti.
È come se M5s e Lega fingessero di non sapere che per mantenere le loro promesse dovranno fare i conti con le istituzioni europee (cosa peraltro a loro ben chiara sin dalla campagna elettorale). Non sarà quindi facile per loro dettare legge in ambito comunitario: promettere è facile, governare è un’altra cosa.
L’eco delle trattative di Salvini e Di Maio sarà senz’altro arrivata nelle stanze di Bruxelles, dove si respira preoccupazione pensando all’ultima campagna elettorale in cui Lega e M5s hanno continuamente parlato di sforamento del 3% del rapporto deficit/Pil. C’è poi l’aspetto politico che spaventa non poco le sedi europee: quello tra Lega e M5s sarebbe il primo governo populista della storia comunitaria.
Ecco perché Pierre Moscovici, sebbene abbia chiarito più volte di non voler interferire sulle scelte italiane (“spetta al popolo italiano scegliere che riforme fare”), nei giorni scorsi ha voluto comunque lanciare un avvertimento: “L’Italia sia cosciente dei problemi economici”. Il messaggio del titolare degli Affari Economici è stato chiaro: fate voi, ma sappiate che Bruxelles non resterà a guardare in caso di politiche economiche irresponsabili e scriteriate.

Fonte: Democratica. com – di Stefano Minnucci

del 10 Maggio 2018

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