A Torino il M5s si spacca sul caso Pasquaretta

Chiara Appendino in Consiglio comunale, rispondendo alla richiesta di comunicazioni del Pd sul caso della consulenza al suo portavoce Luca Pasquaretta, si difende: “La procedura – dice – è stata corretta”. Ma la sindaca rimane sola, abbandonata anche dal suo partito che in un post su Facebook prende le distanze: “Il gruppo consiliare M5S ritiene che sia stato inopportuno il conferimento dell’incarico soprattutto alla luce del ruolo rivestito allora e a tutt’oggi dallo stesso Pasquaretta”. “Inopportuno” è anche l’aggettivo dalla parlamentare Pd Silvia Fregolent. “Dare ulteriori incarichi onerosi a chi è già dipendente pubblico sarà forse accettabile dal punto di vista strettamente legale – sottolinea – ma è chiaramente inopportuno e moralmente scorretto soprattutto per chi come il M5S si è vantato per mesi di voler tagliare stipendi e rendere trasparente la politica”.

Il caso

Cinquemila euro per quindici giorni di incarico tra il 16 e il 31 maggio 2017 in occasione del Salone del Libro. È questo il valore della consulenza affidata al portavoce dell’Appendino. Il problema non sarebbe però l’importo ma l’opportunità di affidare una consulenza di questo tipo ad un componente dell’attuale staff della sindaca. La legge non lo vieta, sebbene richieda al lavoratore pubblico di svolgere il suo incarico di consulente al di fuori dell’orario di lavoro, ma la scelta è risultata quantomeno inopportuna. Soprattutto conoscendo i conti in rosso della kermesse letteraria. Oggi i carabinieri hanno acquisito atti relativi alla consulenza negli uffici del personale di Palazzo Civico per fare ulteriori verifiche.

Il ruolo di Pasquaretta al comune

Luca Pasquaretta è legato da un rapporto fiduciario con l’organo che rappresenta, il Comune di Torino, e si occupa dei rapporti con gli organi di informazione e delle pubbliche relazioni. Il suo contratto prevede uno stipendio tabellare di poco superiore ai 26 mila euro e una indennità di altri 17mila euro, per un totale di 43.564 euro lordi. In base all’articolo 90 del Dlgs 267/2000, al personale di staff viene applicato il contratto collettivo nazionale del personale degli enti locali e prevede un orario settimanale di 36 ore.

Fonte: La Democratica
del 07 Maggio 2018

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