Grancio annuncia il suo addio: “Espulsa da un M5s avvelenato dal potere”

«Espulsa da un Movimento 5 stelle avvelenato dal potere». Così, con un durissimo post su Facebook, la consigliera capitolina Cristina Grancio annuncia il suo addio al gruppo dei Cinque stelle in Campidoglio.

Una storia, quella di Grancio, «che ci racconta due cose – si sfoga la consigliera – La prima è che il M5S deve ancora imparare tutto in tema di democrazia e rispetto per le persone che manifestano correttamente idee anche diverse, ma collaborative. La seconda cosa vale per me e ne sono fiera: ho sempre tenuto la schiena dritta e ho mantenuto fede alle promesse e ai patti con i cittadini romani. Ora proseguo il mio compito nel gruppo Misto».

La spaccatura che porta all’addio di oggi si apre nella primavera del 2016 intorno alla costruzione dello stadio della Roma a Tor di Valle. «Nominata vicepresidente della commissione Urbanistica – ricorda Grancio – esprimo perplessità sulla proprietà dei terreni ed altro ancora, e non partecipo alla votazione in commissione e in consiglio, proprio per non assumere una posizione politica contraria al mio gruppo. Per questa mia posizione di suggerimento alla prudenza e all’approfondimento dei fatti, immediatamente dopo la riunione in commissione vengo sospesa. Il M5S giudica “grave il mio comportamento” e motiva la sospensione con implausibili ipotesi (espresse peraltro tutte con verbi al condizionale)».

Lo sfogo di Grancio continua ripercorrendo le tappe fondamentali che portano al suo allontanamento. Nel mese di luglio, scrive la consigliera capitolina, «decido di difendermi da quella che reputo una grave ingiustizia nella sede più opportuna: il tribunale civile», difesa dall’avvocato Lorenzo Borrè. «Vengo materialmente isolata dal gruppo M5S con l’estromissione dalle chat e subisco quello che di fatto viene definito “mobbing”». Poi, prosegue Grancio, il 3 agosto 2017 «il gruppo consiliare M5S firma per chiedere al Segretario Generale la mia estromissione dalla carica di consigliera, oppure “farmi passare” al gruppo misto. La risposta del Segretario fu che non era una sua competenza». A ottobre 2017, però, il Movimento è costretto a ritirare la sospensione di fronte al giudice, perché “mal impostata”». Di fatto, però, dopo il ricorso intentato contro il Movimento «non solo non vengo più reinserita – accusa Grancio – ma anzi si aggravano la volontà e i comportamenti del gruppo per emarginarmi e impedirmi qualsiasi confronto, impedendomi di lavorare».

Dal Campidoglio, il Movimento guidato da Virginia Raggi risponde sottolineando «la reiterata condotta contraria alla linea del gruppo della consigliera». Motivo per cui «il 12 aprile scorso il gruppo si è riunito e ha ritenuto di espellerla». Un addio, questo, maturato a lungo ma comunque doloroso. E che crea maggiori difficoltà, rispetto ai tanti allontanamenti di assessori nel corso degli ultimi anni, per una questione puramente di forma più che politica: Grancio non è rimpiazzabile e la maggioranza perde un pezzo in assemblea. Un voto in meno che, visti i presupposti, rischia di finire tra le braccia delle opposizioni.

Fonte: La Stampa.it – del 16 Aprile 2018

di Federico Capurso

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