Dieci anni da commesso in un negozio di animali, deputato uscente con 90 e 363 voti alle parlamentarie del M5s nel 2013 e nel 2018. Oggi Sergio Battelli è il tesoriere del primo partito italiano: gestirà oltre 13 milioni di euro di fondi pubblici messi a disposizione ogni anno alla Camera (a fine legislatura potrebbero essere 66 milioni). Il livello di istruzione è la terza media, ma Battelli è fiducioso: “C’è un gruppo di funzionari che mi aiuterà a garantire la massima trasparenza e in più sto assumendo nello staff amministrativo una persona molto qualificata. Ne parla il Corriere della Sera.
Sono circa 60 mila euro l’anno per sostenere l’attività politica (convegni, consulenze e comunicazione) di ogni deputato, che moltiplicati per i 222 eletti a Montecitorio e moltiplicati per i 5 potenziali anni di legislatura fa arrivare il «tesoretto» a oltre 66 milioni. Una cifra monstre, che dovrà essere appunto gestita da Battelli, nominato tesoriere del gruppo M5S alla Camera dalla capogruppo Giulia Grillo, previa indicazione di Luigi Di Maio, di cui lo stesso Battelli è classificato come «fedelissimo». E con il capo politico del Movimento, Battelli ha in comune anche la parabola del nemo propheta in patria, visto che entrambi non furono eletti nei Consigli comunali dei rispettivi paesi di residenza: Pomigliano d’Arco e Varazze, salvo poi essere proiettati ai vertici della politica nazionale.
Appassionato di musica (è un rocker, assicurano), è stato accanto a Fedez nella battaglia contro il monopolio della Siae. Non si occuperà dei rimborsi, ma si sente all’altezza del compito che gli è stato assegnato
«C’è un gruppo di funzionari che mi aiuterà a garantire la massima trasparenza e in più sto assumendo nello staff amministrativo una persona molto qualificata». Per il resto, dopo il trionfo alle urne, dal profilo sulla piattaforma Rousseau, Battelli suona la carica così: «Che piaccia o non piaccia abbiamo fatto la storia, tutti noi, anche tu che stai leggendo queste parole, dobbiamo esserne tutti fieri e orgogliosi, noi non ci spaventiamo, non c’è più nulla che ci può spaventare dopo essere stati 5 anni dentro quella vasca di squali».
Fonte: Corriere della Sera
del 30/03/2018
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