Chi l’avrebbe mai detto che Facebook e le sue app, peraltro dopo averci chiesto il permesso di farlo, prendono DAVVERO i nostri dati.

Avete presente quando fate quei meravigliosi giochini su Facebook in cui inserite la vostra foto e la app vi rivela a quale bellissima star di Hollywood somigliate?
Bene.

La cosa interessante di quei giochi non è tanto il finale esplosivo, in cui vi viene rivelato che voi e Angelina Jolie siete praticamente due gocce d’acqua, anche se inspiegabilmente dal vivo vi accomunano più spesso a Giancarlo Magalli, ma l’inizio, quando accettate di far accedere la app a tutti i vostri dati personali.

E che ci fa la app?
Vi profila.
Cioè: vede chi siete, cosa fate, che simpatie politiche avete, quali sono le vostre perversioni sessuali preferite.
E poi, quei dati, magicamente si traducono in pubblicità “mirata”.

Assurdo, eh?
Chi l’avrebbe mai detto che Facebook e le sue app, peraltro dopo averci chiesto il permesso di farlo, prendono DAVVERO i nostri dati.
Forse questo spiega anche meglio per quale motivo la home di vostro marito sia tempestata di annunci che iniziano per “XXX redhead big boobs”, se ci pensate bene.

La storia di Cambridge Analytica è andata più o meno così.
Hanno preso dei dati e li hanno usati per aiutare Trump nella campagna elettorale presso gli utenti che, secondo quegli stessi dati, potevano essere più ricettivi verso quel genere di messaggi.
E hanno fatto lo stesso anche per la Brexit e, alcuni dicono, per la Lega Nord.

Ma Zuckerberg ci fa sapere che oggi non sarebbe più possibile, perché adesso le app non possono più accedere a tutti quei dati personali.
Può farlo solo Facebook, tranquilli.
L’unico a sapere tutto tutto, ma proprio tutto di voi, sarà Zucky stesso.
Solo lui potrà profilarvi al 100% e consigliarvi con la pubblicità più giusta per voi.
Oltre al vostro telefono, naturalmente, a YouTube, Google, iTunes, Spotify, Amazon, la Cia, il governo nordcoreano e poche migliaia di altri soggetti.

Possiamo stare tranquilli, insomma, e seguitare a scrivere post pubblici in cui descriviamo minuziosamente le nostre attività giornaliere e i nostri gusti in fatto di TUTTO: foto delle nostre vacanze, dei nostri libri, film e cibi preferiti, link della musica che ascoltiamo, immagini dei nostri bambini piccoli.

Insomma, la nostra privacy adesso è perfettamente al sicuro, il pericolo è passato.
Possiamo smettere di preoccuparci.

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